In flagella paratus sum
Poche notti fa si consumava in uno degli scorci più suggestivi e caratteristici di Roma, uno stupido quanto inutile episodio di vandalismo. L'opera, in flagella paratus sum, è stata scolpita da marmo nero italiano da cui il giovane astro nascente della scultura Jago, all'anagrafe Jacopo Cardillo, ha sapientemente estrapolato le sembianze di un giovane profugo con il suo espressivo e profondo modo di trattare la pietra.
Migrante di Jago |
Salito a bordo della nave umanitaria Ocean Viking, all'incirca a metà Luglio, ha resistito a bordo per giorni, settimane nella lunga odissea che giornalmente vede migranti su migranti barcamenarsi per giungere in un porto sicuro in Europa, dove è poi sbarcata assieme ad altri 150 migranti salvati per mare. Da qui ha "trovato" poi posto sul lungo ponte che porta al maestoso Castel Sant'Angelo, dove ha potuto accasciarsi al centro della lunga passerella tra l'indifferenza di chi non ha più occhi per il prossimo e la carineria di qualche anima gentile, le percosse di alcuni sgarbati zotici (che l'hanno rotta in alcuni punti) ed i selfie acchiappalike, fino all'ingiustificato ed ingiustificabile gesto che l'ha vista proiettata nel Tevere per chissà quale orrido motivo, dopo aver sopportato ogni tipo di flagello umano.
L'Opera, dopo aver tristemente messo un'accento sulla natura umana, sarà presto venduta all'asta per finanziare l'organizzazione con la quale ha viaggiato per mare, la SOS Mediterranee.
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